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I Percorsi e i Sentieri

Escursione sul Monte Olivella
  
E' uno degli itinerari piú straordinari del basso Cilento poiché offre agli escursionisti un panorama unico e spettacolare.
L'escursione si svolge sul monte Olivella a Sapri, in provincia di Salerno.

Il monte, disboscato selvaggiamente nel '700, è stato oggetto di una recente riqualificazione ambientale e in questo contesto è diventato tra l'altro la sede di un'opera d'arte unica in Europa, denominata "Breath - Tempo di ricarica". Gli oltre 5000 alberi destinati alla piantumazione, infatti, una volta completata la riforestazione, andranno a formare poco per volta un'enorme batteria, simbolo della capacità rigenerativa delle piante per l'uomo e per l'ambiente e raffigurante il ciclo energetico, che si rinnova e rinasce di continuo. Questo progetto, che unisce arte e ambiente, è sostenuto direttamente anche da Villa Marina.

Lì si ripercorre la strada che, anticamente, collegava l'entroterra della Basilicata con i paesi marini, interamente immersa nel verde. Si arriva con le macchine in prossimitá del laghetto del Rotale nel comune di Rivello a 16 Km da Sapri. Lasciate le macchine, si prende un sentiero largo 3 m e lungo 1 Km, tutto in salita, fino ad arrivare a 600 m.s.l.d.m.
  
Da qui parte un sentiero nel bosco lungo 2 km che arriva in localitá Pietracavallo dove, anticamente, si coltivavano patate e grano; ora é una grande distesa incolta in cui si possono notare noccioli, ribes e biancospino.
 
Si attraversa questa distesa per arrivare in un bosco di cerri; qui, fino ai primi del '900, ogni abitante possedeva una piccola proprietá delimitata da muretti a secco ( ancora oggi visibili) che adibiva alla coltivazione.
  
Il bosco, a tratti in salita, di circa 3 Km termina ai piedi del Monte Serralunga; da qui si prende un sentiero di pietre e terra battuta che attraversa cerri e aceri fino ad arrivare in cima al monte Olivella alto m. 1025. Si possono ammirare tutti i paesi del golfo fino a punta infreschi, oltre al Serralunga, Coccovello, Gelbison e Bulgheria, i monti piú alti del nostro territorio. Per quanto riguarda la fauna si possono incontrare cavalli selvatici, gheppi, albanelle, poiane, volpi, cinghiali. Dopo una pausa pranzo si ritorna alle macchine ripercorrendo lo stesso sentiero.

Lunghezza del percorso: 15 Km a/r.
dislivello: 525 m.
durata: 6 ore circa;
difficoltá: E (media).

Conosci e sostieni anche tu il progetto "Breath - Tempo di ricarica"

https://www.breathproject.it/ita/

Apprezzami l'asino
 
Prima della costruzione della strada statale Tirrena Inferiore (SS18), l'unica via di comunicazione tra Sapri e Maratea era costituita da un esile quanto impervio sentiero che si chiamava "Apprezzam' u ciucc' ", che univa le due località attraversando un percorso a mezza costa con pericolosi e mozzafiato strapiombi sul mare. Il nome curioso del sentiero (in epoca corrente modificato in un meno pittoresco "Apprezzami l'asino") deve il suo toponimo al fatto che, quando in un punto particolarmente stretto del sentiero si incontravano due asini con i relativi conducenti, iniziava una estenuante trattativa per risolvere il problema. Gli asini non procedevano all'indietro e mancava anche lo spazio per potersi fare da parte. Allora si faceva una stima del carico e dell'animale di minor valore, si pattuiva un congruo indennizzo e la bestia meno pregiata ed il suo carico venivano comprate e seguivano la direzione vincitore della trattativa, ovvero, secondo un'altra versione più cruenta, venivano fatti precipitare giù per la scarpata.

Il sentiero, per un tratto di circa due chilometri, nel territorio del comune di Sapri, é stato rifatto, ampliato e messo in sicurezza.
Si parte dal porto di Sapri e si cammina quasi radenti al mare tra i profumi mediterranei del corbezzolo, del mirto, della ginestra, del lentisco, dell'erica e del rosmarino.
Lo scenario che si offre al viandante ammalia in qualsiasi giorno dell'anno e con qualsiasi tempo. L'emozione cresce sia ammirando d'estate il sole che cala sul monte Bulgheria, sia facendosi rapire dallo spettacolo del mare in tempesta, che avvolge lo scoglio dello Scialandro.
  
Camminando lungo il sentiero e percorrendo circa 1 Km, si arriva alla localitá "Villaggio morto", 200 m. prima del Canale di Mezzanotte, alla cui destra si puó ammirare la Torre di Mezzanotte, attuale confine tra le regioni della Campania e della Basilicata.
Continuando lungo questo sentiero impervio, immerso nella macchia mediterranea, si possono notare antichi muri a secco e la Grotta della Forgia dove, anticamente vi lavoravano gli artigiani. Il sentiero attraversa il letto del Canale di Mezzanotte fino ad arrivare alla Torre "dei Crivi" nel comune di Maratea. La passeggiata finisce qua poiché l'ultimo pezzo, che arriva ad Acquafredda , ancora non é in sicurezza.
Lunghezza 6 km a/r;
Durata 2 ore circa;
Difficoltá T (turistico).

 
Il sentiero Baia degli Infreschi

Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano parte il sentiero che da Marina di Camerota (SA) conduce al magnificoPorto Infreschi.

Il percorso inizia dalla spiaggia di Lentiscelle, situata sotto il promontorio alla sinistra del porto. Costeggiate il cimitero, attraversate un ponticello di legno, e arrivati davanti alla grotta prendete il sentiero che sale alla sua sinistra. La partenza è subito in salita, con una pendenza non indifferente; su sfondo sterrato troverete alcuni gradini ad aiutarvi, anche se alti e parecchio improvvisati. Una volta in cima comincerà ad apparire qualche indicazione.
La segnaletica, composta dalle classiche pennellate bianco – rosse, è provvista di cartelli con indicato sia il tempo di percorrenza, sia le scritte “ TPC ” e “ Sentiero Mediterraneo”.

Un primo tratto asfaltato lascia presto il posto ad una larga e accidentata carrareccia dalla quale già si ammirano bellissimi scorci sulla baia sottostante. Vi trovate in cima al promontorio, su un tratto completamente assolato e in forte discesa; si entra quindi tra gli alberi, dove subito si trova la deviazione, tutta in discesa, per la spiaggia di Pozzallo, la prima caletta della baia.
Il sentiero, finalmente all’ombra, si restringe, attraversa i rovi della macchia mediterranea e scavalca l’altro promontorio, fino ad intravedere dall’alto l’insenatura di Cala Bianca. In prossimità della deviazione mancano le indicazioni, quindi attenti: dopo la deviazione per Pozzallo inizia il bosco; questo finisce in salita; una volta in vetta, circa 150m dopo i cartelli sbiaditi che indicano Cala Bianca, trovate sulla destra uno spazio aperto in terra rossa senza alberi; seguitelo fino ai resti di un’antica torre, da dove inizia un breve tratto alberato fino alla spiaggia.
Ricoperta di sassi bianchissimi e levigati, che rendono l’acqua ancora più cristallina, Cala Bianca è un luogo meraviglioso di cui non potrete non innamorarvi. Al mattino soprattutto, immersa in una pace assoluta, è uno spettacolo da non perdere.
Fatto un bel tuffo e recuperate le forze tornate sul sentiero e proseguite dritto fino al Porto Infreschi. Scavalcato l’ennesimo promontorio, in un continuo sali e scendi, un cartello indica una strada in discesa, l’ultima della giornata che porta dritto sulla piccola spiaggetta degli Infreschi. Si tratta di un luogo fantastico, pieno di grotte e acque sorgive, di un color verde intenso.
Da qui si può percorrere il percorso a ritroso oppure salire su una delle tante barche che fanno da spola con il porto di Marina di Camerota.

Inizio: Marina di Camerota (spiaggia Lentiscelle);
Fine: Porto Infreschi;
Lunghezza: 4,5 km;
Tracciato: asfalto, sentieri;
Difficoltà: T (turistica);
Dislivello: +/- 400 m.


Gita sul Monte Ceraso

Il sentiero ad anello, che corre lungo la dorsale del Monte Ceraso, lungo circa 13 km percorribili in senso orario in poco più di 6 ore, attraversa l’intero rilievo offrendo uno scorcio su tutte le sue componenti naturalistiche e antropiche e consentendo quindi di godere di tutte le bellezze che il monte è capace di offrire.

Il sentiero è accessibile dalla SS18, a ca. 20 m slm, prendendo sulla sx una stradina sterrata poco prima del porto di Sapri. Pochi metri dopo il primo tornante, si prende un tratturo sulla destra che altro non è che l'antica comunale che raggiungeva il vicino abitato di Acquafredda.

Il sentiero si dipana in leggera salita, offrendo superbi panorami costieri, lungo l'intero versante meridionale del rilievo, caratterizzato da una tipica vegetazione a macchia mediterranea, più o mena fitta o degradata a gariga a seconda delle disponibilità idriche locali e dell'intensità delle attività pastorali.

Dopo circa 50 minuti di agevole cammino si raggiunge, a circa 180 m slm, località Orto delle Canne, frequentata già dal Bronzo medio grazie alla presenza di alcune sorgenti perenni che nei secoli hanno reso floride le attività di una vasta masseria, oggi diroccata. Da segnalare una grande vasca di raccolta delle acque sorgive di età romana.

Proseguendo in ca. 20 minuti di cammino si raggiunge località Ruotolo, toponimo che deriva dalla cengia rocciosa posta a ca. 260 m di quota costituita un deposito di brecce pleistoceniche estesamente fratturato in megablocchi instabili, quale quello da 2000 mc che durante l'autunno 2010 ha vistosamente segnato il versante. Da segnalare le sembianze di un volto umano che fenomeni di erosione differenziale hanno modellato su uno dei massi della cengia.

Ancora mezz’ora di cammino per raggiungere un antico recinto pastorale sito sulla sommità di uno spuntone roccioso molto panoramico, dove è possibile concedersi una sosta all'ombra di alcuni ulivi secolari.

Quindi in pochi minuti si discende in un canalone per poi risalire agevolmente sul versante opposto, dove si intercetta una carrabile sterrata capace di offrire panorami mozzafiato che si inerpica verso la sommità del rilievo fiancheggiando a tratti la profonda forra del Canale di Mezzanotte.

Salendo lungo la stradina in circa 20 minuti si raggiunge il pianoro che ospita la masseria dello Scifo, altra località che per la presenza di alcune sorgenti reca tracce di frequentazione già in età greca (IV-III secolo a.C.).

Di qui si prosegue, per raggiungere in circa un’ora il vasto altopiano sommitale, compreso fra i 600 e i 700 m di quota che offre panorami di incomparabile bellezza sull’intero territorio circostante. E’ questa l’area più bella e selvaggia del monte, dove praterie erbose si alternano a formazioni arbustive, fra cui spicca il biancospino che dà il nome all'adiacente Monte Spina.

Dopo una breve sosta sull'altopiano, ci si dirige in libertà per qualche minuto in direzione mare scendendo in quota fino ad un segnale che invita a svoltare sulla destra per intercettare il sentiero che corre lungo l'intero versante settentrionale del rilievo, caratterizzato da una fitta boscaglia cedua di lecci, cui si aggiungono la roverella, l’acero, il frassino, il carpino e l’alaterno.

Il sentiero, in circa mezz'ora di cammino ombroso, raggiunge agevolmente la Fontana del Lauro, fontana del 1500 a nord del Monte Ceraso; qui si erge maestoso uno splendido esemplare di pioppo nero, per poi proseguire con fondo pietroso ed in leggera discesa verso la masseria di Acqua delle Vigne, a ca. 350 m di quota, che si raggiunge dopo un'altra mezz'ora.

Di qui il sentiero scende rapido, a zig zag, attraverso una pineta verso il sottostante vallone delle Viole, costellato da ruderi di antiche masserie per raggiungere in circa 40 minuti località San Giorgio. Qui si intercetta di nuovo l'antica strada a poche decine di metri sul livello del mare che in breve raggiunge il punto di partenza.
Lunghezza del percorso 13 Km.
Durata: 6 ore circa.
Difficoltà: E.
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